Toni di Cultura Oversize.
Nel porsi contro sfacelo e mancanza di bellezza, Gloss propone l'Aida di Giuseppe Verdi (1) nella versione super contemporanea del Maestro Stefano Poda (2).

'Un viaggio dantesco da un inizio infernale ad un finale di visione celeste.' Cit. Stefano Poda (foto di Stefi Pastori Gloss)
![]() |
'Un viaggio dantesco da un inizio infernale ad un finale di visione celeste.' Cit. Stefano Poda (foto di Stefi Pastori Gloss) |
La sera del 5 agosto 2025 RaiTre la trasmette dall’Anfiteatro di Verona (3) che resta disponibile su RaiPlay per 8 giorni e in cartellone per il mese di agosto. «Si tratta del coronamento di un lungo lavoro – conferma Cecilia Gasdia – dopo gli sforzi del risanamento e il biennio pandemico.» Gloss ricorda la Gasdia in ottime esecuzioni d’arie d’Opera il secolo scorso. Oggi è una manager: da Sovrintendente e Direttore Artistico di Fondazione Arena, ha candidato l’Arena di Verona all’iscrizione nella lista UNESCO del Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
Gloss suppone che il Maestro Stefano Poda abbia attinto diretta ispirazione dall'eclettismo di Verdi, curando personalmente ogni aspetto delle sue produzioni operistiche: regia, coreografia, scene, costumi e luci.
Giuseppe Verdi ritratto di Giovanni Boldini utilizzato sulle banconote italiane delle 1000 lire (fonte huffingtonpost.it)
Caratterizzata da un forte legame con l'epoca in cui viviamo, la sua versione è talmente bella, rarefatta e carnale allo stesso tempo, sull’inenarrabile musica di Verdi, dai costumi che fanno lo spettacolo nei tre colori fondanti della comunicazione artistica fin dagli albori dell’essere umano (Nero, Bianco e Rosso: Nero/sporco, Bianco/pulito, Rosso/colorato) e con tale magistrale direzione luci, da pentirsi e dolersi di non essere andata all'Arena di Verona, quest'anno. Gloss allora cerca sul sito dell’Arena, ma l'unica data in cui sarebbe potuta andare non aveva più posti disponibili, nemmeno per i disabili.
Verona, Tempio della Lirica?
Tuttavia, essendoci stata nell’agosto 2014 per la Carmen, sa bene quanto pessima sia l’acustica, vacante la sottotitolazione, scomoda la sedute sulle pietre ollari dell'Arena, nonostante la protezione di apposito cuscino acquistato per l’occasione. Si rivela più agevole la visione televisiva, tratteggiata con piglio puntuale e preciso, perfino didascalico direbbe Gloss,
di come il Regista, Scenografo, Costumista, Direttore delle Luci, Stefano Poda si dimostri artista poliedrico con l'obiettivo di creare l'esperienza di "arte totale”: si prende cura di ogni elemento espressivo, dal design all'architettura, dalla pittura alla musica, mettendo in dialogo integrato di tutte le componenti in un sistema unitario ed esauriente, allo scopo di offrire al pubblico un'interpretazione unificata e profonda.
La Voce dell'Amico Esperto.
L’amico Attilio Piovano le ha ‘brevemente’ spiegato (‘brevemente’ tra virgolette: di norma la vastissima cultura musicale del Maestro non si può risolvere sinteticamente, ma stavolta era in vacanza…) che il Maestro Poda ha realizzato un centinaio di produzioni in teatri prestigiosi a livello internazionale da Buenos Aires a Mosca, da Toulouse. Poda ha inoltre firmato l'allestimento di opere acclamate come Faust a Torino, trasmesso nei cinema di tutto il mondo, e la nuova produzione di Aida per il 100° Arena Opera Festival di Verona (4). Il suo lavoro ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Claude Rostand, indetto ogni anno dal sindacato della critica di teatro, musica e danza, e il Premio della critica musicale Franco Abbiati, titolare per quarant'anni della rubrica musicale del Corriere della Sera, attribuito per il miglior spettacolo del 2023.
Protagonisti sulla Scena e nella Vita.
Tornando all’Aida, a renderla meritevole sono l'insuperabile soprano Anna Netrebko e il tenore Yusif Eyvazov, protagonista di fama internazionale, coppia di successo sul palco e nella vita.
![]() |
L'insuperabile soprano Anna Netrebko e il tenore Yusif Eyvazov protagonista di fama internazionale, coppia di successo sul palco e nella vita (foto di Stefi Pastori Gloss) |
Eyvazov è riconosciuto a livello mondiale come uno degli interpreti di riferimento per il difficile ruolo di Radamès, parte con cui ha esordito proprio all'Anfiteatro di Verona. Netrebko debuttò nel ruolo di Aida a Salisburgo con Riccardo Muti. Gloss ne rimane incantata, per la precisione della ricerca fonatoria, per le puntute esecuzioni, per l’abilità attoriale. Nota quanto siano uniti sul palco come nella vita dall’espressione dei loro sguardi: entrambi spalancano gli occhi nei momenti di massima tensione lirica.
![]() |
Yusif Eyvazov tenore, in un momento di massima tensione espressiva (foto di Stefi Pastori Gloss) |
Gloss riporta la poetica del Poda così ben espressa:
«La storia di Aida è quella di un mondo in guerra, che ha concepito uno spettacolo interdisciplinare universale, che vuole parlare a tutti – una guerra che divide in nemici mortali due popoli fratelli e vicini. Ma la stessa Opera finisce in un sussurro di pace: Un viaggio dantesco, da un inizio infernale ad un finale di visione celeste»
(Stefano Poda)
... dove l'uso della Cromatologia e delle sue componenti psico tecnologiche sono state generosamente al suo servizio. Avvalendosi di Nero, Bianco e Rosso, il Poda cita i veri e propri santuari che sono le grotte decorate dall’uomo delle caverne, in cui praticò riti propiziatori per la caccia e la riproduzione degli animali. Uomini e Donne primitive si convinsero che il colore sviluppasse poteri magici, protettivi e di aiuto, strumento per dominare la natura violenta e pericolosa.
Qui entra in campo Gloss, che negli anni Novanta di un secolo fa insegnò Cromatologia in un’Accademia di Milano, quella dell’Istituto d’Arte Applicata del Castello Sforzesco Castello. E che in seguito, già professionista, sposa e madre, studiò Filosofia Estetica all’Università Statale. Nelle riflessioni che seguono, cerca la crasi tra questi due talenti.
Religione e Filosofia.
Il Salmo 8 solleva una delle domande della vita, "che cosa è mai l'uoma?" sì, con la A, perché nell’Uomo e nella Donna risiedono gli stessi ingredienti alchemici. Uno dei sensi della vita risiede nel cercare tali ingredienti, contemplando il cielo stellato e la grandezza della natura. Ci interroghiamo sul ruolo dell'essere umano. Il cielo stellato sopra di me. La legge morale dentro di me, dice Kant.
Di fronte a un mistero più grande di sé, ci si sente insignificanti. Se dio ci ha fatti a sua immagine e somiglianza, allora noi tutte e tutti siamo dèi, schierati al suo fianco. Riduciamo al silenzio chi ci contrasta con ciò che più ci caratterizza con parola, logo, mente, ragione e discorso, ragione ultima e significato profondo dell'esistenza, di tutte le cose e dell’individuo nel mondo.
Citazioni d'Arte.
L’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci mostra speranza e positività, l’uomo urlato da Munch
mostra invece l’uomo contemporaneo. Siamo alla ricerca di com’è il ‘ben fare’, cioè la morale, dando stile, bellezza a noi stessi, eleganza, avanguardia. E colore. La prima superficie che l’uomo colorò fu sé stesso, poi i soffitti delle grotte. poi quelli degli abiti. Nel mondo, e in Europa in particolare, tre colori sono predominanti: il Nero, il Bianco e il Rosso.
![]() |
Scenografia, luci, costumi nei tre elementi cromatici fondanti (foto di Stefi Pastori Gloss) |
Il Nero per la notte (paura e riposo, mistero e saggezza), il Bianco per la luce vivificante (attività e vita, temperanza e virtù), il Rosso per il sangue e il fuoco (caccia e sopravvivenza, tecnologia per proteggersi e nutrirsi). Il colore indica ceti sociali, caste, miti religiosi, evoca poteri magici. Il colore è strumento per dominare la natura violenta e pericolosa e per entrare in comunicazione con l’umanità e la natura.
Nero/Buio/Sporco.
L’essere umano ha sempre avuto paura del buio, della notte e delle tenebre, delle viscere della terra e del mondo sotterraneo. Della morte. Quindi del misterioso, dell’inspiegabile, di tutto ciò che è nascosto. Pietre nere scolpite in statuette sono associate ai riti funebri dell’uomo primitivo. Il Nero sottrae luminosità ai colori, li aliena dalla luce e li uccide, porta pentimento, morte, il Nero è bestialità e diavolo, ma anche fatica del lavoro umano e divino per la rinascita. “In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.”
Orso, capro, cinghiale, lupo, gatto, civetta, lupo, bestia, scarafaggio: l’animale è Nero. Il corvo si nutre di carogne, si nasconde, è disobbedienza via via sempre più bestiale fino al diavolo, archetipo dell’assenza di luce. Nessuna lunghezza d’onda è riflessa dal minaccioso Nero. Crea barriere protettive, trattiene tutta l’energia che diversamente si riversa addosso. Il Nero protegge e avvolge la personalità. Dà la percezione di aggiungere gravità e peso e densità e serietà.
Gli Egizi dipingono di Nero le divinità associandole alla fecondità della terra. È il colore prima di tutti i colori, promessa di una rinascita, dà il via all’origine di tutte le cose. Fecondo, oscuro e vasto, luogo primordiale dell’espansione dell’universo, ai defunti assicura il passaggio verso la nuova vita. Nel grembo materno, il Nero è percepito dal feto umano come primo colore della vita. Crea barriere protettive, in quanto assorbe tutta l’energia che va verso il soggetto e ne avvolge la personalità. Il Nero è protezione, sicurezza, riposo, in preparazione della vita che viene. La notte, l’individuo rinasce sotto l’egida del Nero.
![]() |
Nero, Bianco, Rosso: quasi tutte le scene contengono i tre colori fondanti (foto di Stefi Pastori Gloss) |
Nell’eterna contrapposizione e indissolubiltà dal Bianco, nell’universo moderno e contemporaneo, da Matisse in poi, il Nero è visto più come forza che come colore. Anzi, negazione. In fatto di tennis, si afferma il più guizzante, più fulminante, più Social, più laser “total black” della Next Gen odierna per contrapposizione a I gesti Bianchi di Gianni Clerici. Nero e Bianco, entrambi colori di rinascita e dell’essenziale.
Il Nero è evoluzione verso la manipolazione tessile, l’artigianalità, le lavorazioni con pieghe e plissé, inventato dagli egizi e oggi rivisitato, fino ai tagli laser. Il Nero è il colore dell’eleganza e della sobrietà, della tradizione sartoriale e nella contemporaneità assurge a simbolo della manipolazione tessile. Il Nero si fa sera nell’eleganza di capi scultorei. Il Nero dà la percezione di aggiungere gravità e peso. È assorbimento totale di luce, quindi di colore. Se qualcosa è Nero è denso, appare pesante, dà importanza e serietà a chi lo indossa, è ieratico. Comunica raffinatezza ed eccellenza senza compromessi. Sintomo di tradizione e qualità. Il concetto di eleganza risiede nel Nero, almeno fino agli anni Novanta, un’era che rappresenta signorilità, educazione e fair play e che è finita e non esiste più.
Bianco/Luce/Pulito.
Rappresentazione di massima luce, il Bianco è il primo colore che vede il neonato alla nascita, esce dal buio verso il mondo illuminato assieme al liquido amniotico; il Bianco incarna l’aspetto naturale, l’acqua, è segno di vita e speranza, è l’essere virtuoso. Nella tradizione cristiana diventa evocazione di temperanza e di virtù. Il Bianco è pulito, puro, freddo, silenzioso. Il Bianco è giglio, neve, latte, luna, lana, agnello, sacrificio. Dio disse: ‘Sia la luce!’. E luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte.”
![]() |
Bianco: imponente effetto scenografico, Aida all'Arena di Verona (foto di Stefi Pastori Gloss) |
Cromatismo che somma a sé tutti gli altri, nella storia il Bianco puro è ottenuto tramite processi complessi e costosi, quindi per molto tempo è il colore dei re, dei principi, dell’aristocrazia, delle classi agiate, che possono permettersi il lusso di abiti veramente bianchi. Il Bianco ha significati simbolici: è potere e sovranità; è fertile, dà nutrimento; è puro, conferisce verginità; è morigerato, dà sacralità. È il colore del sacro e della sua rappresentazione, l'Immacolata Maria è circondata da gigli bianchi. Al figlio di Dio, al Cristo Re è indicato il Bianco, è Bianco agnello sacrificale.
Pure il Bianco, come il Nero, ha personificazioni animali. Oltre all’agnello, anche la colomba. Nel Diluvio, la colomba torna all’arca per annunciare a Noè che le acque si sono ritirate, la quiete domina sulla terra. Uccello di pace e speranza, messaggera del cielo, inviata di Dio. Il Bianco dunque è il colore di purezza, beltà, innocenza, castità, pace, eleganza e modestia, termini femminili anche nei sinonimi, inducendo a credere il Bianco abbia solo connotazione femminile. Ma anche il maschile può essere puro, bello, innocente, casto, pacifico, raffinato, modesto. Propiziatorio e protettivo, dal sapore etereo, rarefatto, assoluto, luminoso, ideologico, financo freddo, asettico e sterile, il Bianco esprime il divino in sé e la trascendenza.
In parallelo alla cultura dell’igiene del corpo, il Bianco è assurto a emblema di pulizia a salvaguardia della salute personale e del benessere. La pulizia diventa nei secoli valore morale e sociale, un segno di civiltà, di buone maniere e dirittura. Fin dai tempi più antichi, numerose religioni dell’Asia e dell’Africa scelgono il Bianco come colore della morte, non in quanto opposto della vita, ma nel senso di tinta della nascita. La morte è considerata una nuova nascita, nascita e morte sono in legame indissolubile come Bianco e Nero.
Colore delle iniziazioni, il Bianco è liberatorio e purificatore, si riferisce alla sincerità, attutisce il rumore, le distrazioni e il caos, fa sentire indifferente e abbassa la temperatura emotiva. Assoluto, puro, astratto, minimalista, il Bianco dà una percezione accresciuta dello spazio. All’interno di un ambiente, pur di pari volume, un elemento Bianco appare più grande di uno Nero.
Il Bianco nello sport: Gianni Clerici racconta in I gesti Bianchi le racchette di legno, l’abbigliamento in Bianco, pantaloni lunghi di flanella per gli uomini, gonnellone alle caviglie per le donne, il golf a coste appoggiato sulle spalle dei primi del Novecento, "dove tutto era peccaminoso perché pudicamente nascosto" (da 'Effatà - Hikimori'). Il talento cristallino di Roger Federer, cantato da David Foster Wallace “è un’esperienza religiosa”, uno che, con la sua eleganza di modi e azioni, rinnova la tradizione de I gesti Bianchi.
A sottolinearne il carattere primario, in assenza di colore e, per questo motivo, di maggiore sostenibilità, negli anni Sessanta Yves Saint Laurent inventò l’unisex tagliato a trapezio. Il Bianco spinge a fare chiarezza nelle menti esuberanti e caotiche dei giovani e fornire loro una sicurezza emotiva. Se presenti coloriture rainbow, sono tratte da fibre vegetali: la collezione degli allievi dell’Accademia Albertina, “New Color Lights” esprime elegantemente e in purezza i sentimenti di sostenibilità e di inclusività.
Considerato a tutti gli effetti un colore al pari del Bianco, il Rosso vi si contrappone con l’emblematica rosa rossa, fiore archetipico del Rosso.
Rosso/Sangue/Colorato.
Terzo colore principale della natura. tra i Greci l’aria è Nero, il Bianco è terra, il Rosso è fuoco.
Il Rosso per millenni rimane il colore più forte, il più degno di nota, il più ricco di orizzonti poetici, onirici e simbolici.
Oggi, il senso comune che vive il Rosso del semaforo, o della lattina della Coca-Cola, gli attribuisce una serie di valenze espressive e simboliche: è vitale, appassionato, energizzante.
Il più grande complesso di pitture su parete di grotta attualmente noto risale a circa 32-33.000 anni fa in cui domina il Rosso. Bruciare legna e farne carbone da cui ricavare il Nero per disegnare è una tecnica relativamente semplice; molto più complesso è estrarre dal suolo l’ematite in lastre, lavarla, filtrarla, triturarla col pestello nel mortaio per ottenere una polvere fine e rossastra, e mescolarla poi a feldspato, oli vegetali o grassi animali per darle sfumature diverse o farla aderire meglio alla superficie della roccia. E questa tecnica è già nota ai pittori rupestri di Niaux, Altamira, Lascaux.
Nella durata di decine di secoli, il Rosso è in Occidente l’unico vero colore. Gli Egizi e i loro vicini in oriente erano abili tintori: usano erbe come Robbia, chermes, porpora, garanza, ovvero il pigmento Rose Madder, ricavato dalle radici della Robbia.
Nel mondo egizio il Rosso ha connotazione negativa. Oltre a essere il colore del deserto bruciato dal sole, è simbolo dei popoli che lo abitano, nemici degli Egizi: è sinonimo di violenza, guerra, distruzione. Il dio Seth, che simboleggia la crudeltà, la rovina, il caos, perché incarna le forze nemiche del male, è talvolta raffigurato di Rosso, nella capigliatura o negli abiti. Parimenti, i geroglifici che evocano il pericolo, la sventura o la morte, sono scritti in Rosso. L’universo simbolico egizio tuttavia varia al variare della dinastia: alcuni rossi egiziani non sono malefici, ma rappresentano vittoria, potere, sangue e forze vitali. Proteggono dal male gli amuleti in diaspro Rosso, ritenuti tinti del sangue o delle lacrime di Iside.
Con l’avvento della religione cristiano-cattolica, il Rosso è positivo. Per esempio, nell’Antico Testamento, l’intervento di Dio, Yahweh, si manifesta spesso tramite un fuoco ardente. Quel fuoco simboleggia nel Nuovo Testamento lo Spirito Santo, luce e alito di vita, potente e caloroso. Rosso dell’amore divino, della Caritas, è l’amore che Gesù è venuto a portare sulla terra. È contemporaneamente fonte di vita e morte. Suo simbolo reale è il vino, il sangue della vigna. Bevanda di vita e immortalità, fonte di energia, salute e gioia, simbolo di conoscenza o iniziazione. È il sangue del Cristo versato sulla croce, di sacrificio, benefico e fecondo. Nel XIII secolo i soldati di Cristo, gli attuali i cardinali, scelgono il Rosso come simbolo, pronti a dare la vita per difendere la Fede e la Chiesa. Il Rosso ricorda il sangue versato da Gesù e incita i cardinali a essere i “primi soldati della fede”, pronti a imitarlo. Dunque è vissuto come positivo: simbolo di vita, che appartiene a Dio.
![]() |
Dettagli altamenti curati persino negli oggetti scenici (foto di Stefi Pastori Gloss) |
Ma il Rosso assume via via valenze anche negative: le fiamme dell’inferno e dell’Apocalisse sono rosse. Il Rosso è ingannatore e traditore, che distrugge e devasta. Il Rosso è il colore del Diavolo e dei suoi demoni. Evoca il Rosso la colpa, la punizione, il sangue versato. Usato in tutti gli episodi che parlano di violenza e impudicizia nella Bibbia, il Rosso racconta di peccati e crimini del sangue, quelli della rivolta contro Dio.
Nell’antica Roma, il Rosso richiama la toga dell’antico Senato romano, ornata di porpora, sostanza viva e magica che muta a seconda di come viene esposta alla luce (sfumature di viola, nero, rosa, malva, blu). È uno degli emblemi di privilegio, che richiama potere e forza. Colore difficile da produrre, costosissimo, usato per sacerdoti, magistrati e comandi militari, con la porpora si dipingono le stoffe più pregiate e care, segno di ricchezza e potere. Ma chi può vestirsi interamente di Rosso, è l’imperatore e simboleggia l’autorità assoluto e l’essenza divina. Nell’ambiente domestico, così come nello spazio pubblico, i colori sono onnipresenti. Domina il Rosso. Le donne portano il Rosso nei gioielli, come porta fortuna, o semplicemente per bellezza e per sedurre: rubino, granato, diaspro, cornalina incastonati in metalli preziosi. I romani attribuiscono al Rosso una simbologia più forte di qualsiasi altro colore, e sono attenti a tutte le forme in cui pare concretizzarsi.
In tutto il mondo medievale, usare il Rosso è riconoscimento di potere e forza, proprio o per conto di terzi. Usato nelle gerarchie papali, imperiali, regali, statali o giudiziarie, il Rosso è pienamente aristocratico.
![]() |
Massima cura nei dettagli anche nei figuranti (foto di Stefi Pastori Gloss) |
Il Rosso nel mondo contemporaneo diventa elemento simbolo dell’estremismo in una rivoluzione, immagine di una libertà conquistata per i cittadini che non vogliono essere sudditi. La bandiera rossa assume la qualità di emblema del movimento operaio, dei sindacati, della bandiera ufficiale dell’URSS, della repubblica popolare cinese.
Nelle società contemporanee, il Rosso avverte, prescrive, condanna, punisce. Archetipo concetto di vitalità, appetito, amore, della passione, della conquista, il Rosso determina prontezza nella reazione agli stimoli. Ecco perché viene usato nei simboli di pericolo. Un drappo rosso o un marchio lo segnalano. In strada delimitano uno spazio riservato, gli strumenti di sicurezza relativi agli incendi sono rossi in tutto il mondo. Nella tradizionale corrida spagnola, rossa è la mantiglia che il toro sanguinario attacca.
Non è sempre inquietante o pericoloso, nella comunicazione serve ad attirare l’attenzione, accentuare, mettere in risalto catturare lo sguardo, piacere o sedurre. È il colore destinato al piacere, di tutti i sensi: caramelle, giochi, oggetti legati all’erotismo e alla femminilità, alle festività.
Nella moda, il Rosso stimola l’aumento delle fondamentali attività vitali. Rappresenta la libido percepita in quanto energia di vita, competizione, agonismo, potenza. Ha un effetto fisico; accelera il battito cardiaco, la pressione arteriosa, la frequenza respiratoria. Fa percepire un tempo più rapido di quello che è e uno spazio più caldo rispetto alla realtà. Essendo la lunghezza d’onda più lunga, il Rosso è un colore potente. Anche se non è il colore più visibile, dà l'impressione di essere più vicino a noi di quanto si creda. Si riferisce al principio maschile e può attivare l’istinto di “lotta o fuggi”. Il Rosso è forte e semplice, senza sottigliezza. È stimolante e vivace, molto amichevole. Allo stesso tempo, può essere percepito come esigente e aggressivo.
Il Rosso rappresenta la visione futura e quindi tecnologia, è dinamismo che si declina nello stile urban street diversificandosi tra blazer col pantalone o il piumino con tuta o vestite drag queen con toni oversize.
Recupero del Bello.
Nella moda, come nei costumi d’Opera, dunque il Rosso incarna naturalezza, inclusività, saggezza. Mantiene bellezza ed eleganza, dove il capo diventa un’opera d’arte portabile a qualsiasi ora e in qualsiasi occasione, scardinando concetti di differenziazione tra cocktail, aperitivo, cena importante o teatro. Torniamo al decoro (tipee) https://it.tipeee.com/glossparla/ nel senso del recupero del Bello, con un abito perfetto in qualsiasi occasione, sembrano dirci Stefano Poda e la sua Aida.
______________________
(1) Giuseppe Verdi: Giuseppe Fortunino Francesco Verdi è ancora oggi dei più influenti compositori romantici italiani, avendo lasciato un'eredità indelebile nel mondo dell'Opera. Nonostante una formazione musicale non convenzionale, talento innato e profondo gusto per la musica gli permisero di creare capolavori senza tempo. Riflettendo la cultura popolare dell'epoca, Verdi si dedicò alla composizione di opere liriche (le nostre attuali fiction televisive), le quali ottennero un'enorme popolarità e sono tuttora rappresentate nei teatri di tutto il mondo. La sua meticolosa partecipazione a ogni fase della produzione e la sua abilità nel ritrarre i personaggi in modo incisivo contribuirono al successo delle sue opere. Mancando di una forte formazione nella disciplina musicale, le composizioni di Verdi subirono l’influenza di musicisti come Gaetano Donizetti, Saverio Mercadante, Rossini, Bellini e Giacomo Meyerbeer. Eppure, ancora oggi la sua influenza rimane viva, capolavori come il Requiem, Otello, e Falstaff e soprattutto Aida sono celebrati e riproposti come dimostra la versione contemporanea del Maestro Poda.
(2) Stefano Poda firma regia, scene e costumi di “Aida”
(3) Anfiteatro di Verona: fonte di ispirazione, intrattenimento, motore dell’economia e del turismo straniero in Italia.
(4) 100° Arena Opera Festival di Verona
____________________________
Netnografia
Momenti salienti dell’Aida secondo Stefi Pastori Gloss nel suo post su Facebook corredato dal riconoscimento di citazioni artistiche del secolo breve, dalla Guernica picassiana all’Urlo di Munch.
Playlist di Stefi Pastori Gloss che ha aggiunto all'Aida altre scene estratte da film, con la stessa scelta cromatica:
Commenti
Posta un commento