"Gomblotti", privacy e libertà

Prendendo spunto da una sorte di (benevola) ossessione del figlio acquisito per il rispetto della privacy (senza essere “gomblottista” né “terrapiattista”, è straconvinto nel non voler utilizzare i Social perché desidera tenere per sé i propri dati: « Non capisci, Gloss, che così siamo tutti spiati? »), Gloss ricorda che, appena venuti al mondo, ci viene attribuito un codice col quale siamo irrimediabilmente controllati e marchiati a vita. E qual è questo codice? Il codice fiscale. Se poi possediamo uno smartphone, allora sì che stiamo regalando le nostre intere vite ai vostri cosiddetti "poteri forti". Se vi venisse la febbre di spiegare a Gloss chi siano, con tanto di ditino alzato e link dell'amico della nonna del nipote di vostro zio, dovete sapere che vi osserverà con lo stesso interesse che un entomologo riserva a una specie di insetti. Quello che invece la preoccupa è il rapporto tra privacy e libertà, tema trattato nella presentazione di un corso universitario di Digital Governance del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università degli Studi di Pavia, che ha visto prestigiosi relatori tra cui il Prof. Pizzetti, professore emerito di diritto costituzionale, il Dr. Agostino Ghiglia, membro del Garante per la Protezione dei Dati Personali, l'Avv. Sorcinelli, Segretario Nazionale del Partito Liberale Italiano e il Prof. Pier Franco Quaglieni, saggista e storico risorgimentale e contemporaneista, eletto a gennaio 2025 per acclamazione da pannunziane e pannunziane presidente del Centro Pannunzio, Associazione Culturale fondata a Torino nel 1968 . Lo stesso ha commissionato a Gloss un ciclo di incontri sugli stereotipi nel corso dell’anno accademico 2023/2024. Introduce da remoto il Dr.Marco Camisani Calzolari che si autodefinisce cyberumanista. Il Dr. Calzolari, sconosciuto ai più prima di assurgere alla gloria grazie a una venticinquennale trasmissione TV, ha quantomeno il merito di confermare l’utilità di “Striscia la Notizia” per guadagnare la notorietà necessaria allo scopo di introdurre un convegno.
Scherzi a parte, il Calzolari afferma che in generale si tende a sottovalutare la tutela dei propri dati, come fossero poca cosa. Invece le nostre intere esistenze, che usiamo i Social o no, attraverso gli smartphone sono condivise in tempo reale, dove siamo, con chi, cosa diciamo, cosa o chi desideriamo. « La Legge vieta ai Big l'uso di questi dati, ma chi li immette in Rete se non noi stessi? » Il Garante della Privacy ha recentemente chiuso ChatGPT perché levantina, chiedendo trasparenza. L'AI infatti non solo elabora a gran velocità i dati di chicchessia, ma li rende disponibili anche ai malintenzionati. La tecnologia può farci del grande bene, ma anche del gran male. Recentemente si sono contati numerosi disegni di legge giacenti presso il Congresso USA per proteggere i minori allo scopo di perseguire le società tech per i loro contenuti pedopornografici e alle vittime di fare causa. Ma fino a febbraio 2024 non vi è notizia che alcune di queste norme siano state approvate. Prende la parola il prof. Quaglieni, che sottolinea con un aneddoto personale quanto siano imprescindibili i concetti di privacy e libertà. Tuona « PRIVACY È LIBERTÀ » dalla sua postazione in presenza, riferendosi soprattutto, aneddoto personale a parte, alla « barbarie giuridica » cui certi personaggi pubblici sono stati sottoposti partendo dalla gogna mediatica, con il sostegno di un professionista della notizia all'epoca tanto di moda, (ne dice proprio il nome, « Marco Travaglio »), il quale è solito fare del giornalismo d'inchiesta un vero e proprio killeraggio ai danni di coloro che si espongono pubblicamente (ai presenti è subito chiaro l’accenno a un imprenditore milanese sceso in campo politico nel 1994). " La tecnologia limita la libertà e forse a questo non c'è più rimedio. Se applicata in modo giacobino fa desiderare il diritto all'oblio, che di fatto non esiste in Rete."
(Silvio Berlusconi - fonte sito "il fatto") Pensiamo a persone condannate ingiustamente, sbattute in prima pagina sui Mass Media come mostri, poi scagionate. Resteranno marchiate a vita. E in morte. (Anche in questo caso, è evidente il rimando a un apprezzatissimo presentatore televisivo rinomato e poi ingiustamente vituperato. Fu colpito da tumore e morì.)
Enzo Tortora - fonte sito "il corriere" Da tempo impegnata a sensibilizzare circa le discriminazioni, Gloss una domanda avrebbe voluto fare al Professore sul diritto all'oblio. Se in una cittadina di modeste dimensioni, dove più o meno si conosce ogni individuo, si condannasse uno stupratore, un pedofilo, uno stalker, un assassino, un femminicida, condonare la gogna mediatica sarebbe uno sconto di pena per reati gravissimi che, in alcuni casi, meriterebbero il “fine pena mai”? Cosa ne pensano i lettori, acculturati e non? Tipeee – GlossParla – News

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