Sollecitudini per sé
(precedente)
Dopo la cinquantina, la morte si avvicina. Inesorabilmente passa il tempo tra un
test diagnostico preventivo e l’altro. Diventa un soffio se la prevenzione
anticipa l'aggravamento di qualcosa che è già in atto, per quanto piccolo sia
questo “qualcosa”. Di conseguenza, è altamente raccomandabile impiegare il
denaro accumulato fino ai 50. A quale scopo? Per divertirsi! Nel senso latino di
[divertĕre, di «volgere altrove»], di distogliere lo sguardo dalle difficoltà
della vecchiaia ma non per dimenticarle, casomai per tornarvi con rinnovate
energie.
Al Teatro Carignano di Torino Gloss con il suo compagno Fabrizio (foto di
Stefi Pastori Gloss)
La cosa migliore è non serbare il denaro per quegli ingrati che non hanno la più
pallida idea della fatica che abbiamo fatto per ottenerlo. Ed evitare di provare
stomachevoli sensazioni nei confronti di figli di sangue e acquisiti mentre
calcolano come spenderli alla faccia dei nostri sudori. Investirli? Non è un
buon momento di aggiungere preoccupazioni a quelle già esistenti. È giunta
invece l’ora di godere la vita così com’è, così come si è. Figli e nipoti hanno
ancora tutta la vita davanti per preoccuparsi delle proprie situazioni
finanziarie e apporvi gli opportuni rimedi e strategie. Noi le abbiamo già fatte
queste cose ed è ora di gioire del vivere. Di quel che ci rimane. È ora di
mettere da parte il sentimento di colpa se spendiamo i nostri soldi per noi
adesso e non li teniamo da parte per loro. Ce ne siamo presi cura per anni.
Abbiamo trasmesso loro tutto ciò che potevamo. Abbiamo indicato la strada,
istruendoli, dando loro sostentamento e un tetto sulla testa. Forse di più,
quando hanno deviato dalla retta via per cattive compagnie e sostanze illegali.
Ora è nostra responsabilità meritare i nostri denari. Responsabilità verso noi
stessi, non colpe verso gli altri. Come? Innanzitutto, la salute che, a questa
età, significa profilassi. Ora più che mai è non cadere in malattie. E smettere
di sentirsi onnipotenti, facendo sforzi immani. Kayak e snowboard lasciamoli
agli irresponsabili. Preferiamo camminare ogni giorno, una decina di minuti al
mattino di esercizio fisico moderato muovendo le articolazioni una a una, a
partire dalle dita delle mani e dei piedi. Mangiare poco e bene e dormire molto.
Diventare consapevoli delle proprie esigenze mediche e fisiche. Rimanere in
contatto con il proprio corpo e con il medico di famiglia, facendosi prescrivere
controlli diagnostici anche quando pensiamo di sentirci bene. Acquistiamo sempre
il meglio, dal cibo ai capi di abbigliamento, agli oggetti
Elegante e innovativo ristorantino a Torino (foto di Stefi Pastori Gloss)
che decorano la nostra casa. Attorniamoci di bellezza. Appaghiamo il nostro gusto
estetico e palatale. Scegliamo ristoranti chic e accoglienti. Andiamo a teatro a
goderci i libri che abbiamo letto in gioventù. Scegliamo di ammirare città
d’arte e mostre che nutrano il senso di bellezza. La chiave è avvantaggiarsi dei
propri soldi con amici e partner. Un giorno uno dei due passerà in latenza.
Calare il denaro nella fossa porterà alcun conforto. E nemmeno averlo
conservato. Quindi, divertiamoci insieme. Non stressiamoci per le cose
“piccole”, per quelle beghe infantili che sembrano ravvivare il rapporto e
invece apportano solo risposte aspecifiche dell’organismo, cambiamenti nella sua
struttura e nella composizione chimica nei tre punti tipici che sono la reazione
di allarme, lo stadio della resistenza e quello dell’esaurimento, con ricorrenti
fenomeni che vanno all’ingrossamento delle ghiandole surrenali, alla marcata
riduzione del timo, della milza, dei linfonodi e di altri organi linfatici, fino
a sanguinamenti e ulcere profonde nello stomaco e nel duodeno. Abbiamo già
superato così tanto nella vita. Abbiamo ricordi belli e i ricordi brutti vanno
legati e compensati con
Moda contemporanea ispirata all'arte di Mapplethorpe (foto di Stefi Pastori
Gloss)
quelli belli. Ciò che conta è il presente. Impediamo al passato di
ricordarci le negatività, prendiamole come un allenamento che è stato necessario
per arrivare dove siamo arrivati. Non lasciamo che il futuro ci metta in
soggezione. Viaggiamo. Anche solo piccoli spostamenti: in Italia abbiamo la
fortuna di essere padroni di tesori immensi, territoriali, storici, artistici e
letterari dietro l’angolo. Leggiamo. Apprendiamo nuove parole. Sentiamoci a
nostro agio e in benessere nel tempo presente. Non perdiamo di vista le tendenze
della moda adatte alla nostra età, manteniamo e arricchiamo il senso dello
stile. Dopo anni, abbiamo sviluppato il nostro intuito di ciò che è bene per
noi, quindi manteniamolo, se non perfino aumentiamolo, e siamo orgogliosi di noi
stessi. Rimaniamo informati tenendo accese le sinapsi: leggiamo i giornali,
seguiamo le notizie. Andiamo online e scorriamo cosa dicono le persone.
Assicuriamoci non solo di tenere l’account e-mail attivo, ma anche
Piazza Carlo Alberto a Torino (foto di Stefi Pastori Gloss)
iscriviamoci alle newsletters che ci interessano. Utilizziamo i Social Media. Sorprendiamoci
quando vi incontriamo i vecchi amici, delle scuole, d’università o della naja.
Rispettiamo i gusti e le mode e le opinioni delle giovani generazioni. Non
avranno le nostre stesse idee, ma chissene: sono il nostro futuro e porteranno
il mondo sulla loro strada. Diamo consigli, non giudichiamo le persone ma i loro
comportamenti, ricordiamo loro che la saggezza di ieri è utile anche oggi. Anche
se siamo tentati, cerchiamo di non usare mai la frase: “ai miei tempi”. I nostri
tempi sono “adesso”. Finché siamo vivi, siamo parte del presente. Alcune persone
rimpiangono i loro anni d'oro, mentre altre si amareggiano e si rattristano. Non
c’è nulla di più sbagliato di trascorrere l’ultimo tempo che ci resta nella
tristezza. Trascorriamo i giorni con persone positive e allegre e proattive,
spetta a noi sceglierle con oculatezza. Le nostre giornate sembreranno subito
più belle. È irrilevante la preoccupazione di dover vivere con figli, nipoti,
genitori. Ovviamente stare con la famiglia può sembrare fantastico come
mostrarsi grati nei confronti delle persone che ci hanno fatto il dono più
prezioso, cioè la vita. Ma è possibile dimostrare loro gratitudine soprattutto
vivendola in modo pieno e totale. Le loro carte le hanno giocate. Ora tocca a
noi. Magari in una RSA o in un Cohousing, dove farsi coccolare, curare da
esperti in gerontologia, dove reperire nuove amicizie negli spazi comuni, dove
però abbiamo una camera privata per noi. Tutte e tutti abbiamo bisogno di
ritirarci di quando in quando nella nostra privacy. Stiamo con i nostri genitori
solo se siamo o se ci sentiamo soli e se abbiamo davvero bisogno di aiuto o se
davvero non desideriamo vivere in solitudine. Va anche detto, però, che patire
la solitudine può essere sintomo di un malessere interiore. Non essere in grado
di stare con sé stessi potrebbe portarci a patologie fisiologiche, richiedere
dunque un supporto psicologico e mentale si tradurrà in prevenzione.
Incrementiamo la dedizione ai nostri hobby. Casomai aggiungiamone altri. E se
non l’abbiamo, chiediamoci cosa ci facesse davvero piacere in gioventù e
facciamolo adesso. Ci piaceva fotografare? Compriamoci una macchinetta, di
quelle analogiche, da studiare per ottenere foto perfette oppure alleniamoci coi
nostri smartphone, che permettono fotografie a livello “pro”: non solo usciranno
immagini che ci gratificheranno, ma addestreremo i nostri cervelli a restare
elastici e connessi.
Usciamo dagli stereotipi: fare l’uncinetto non è solo “roba da donne”. Può anche
rappresentare un momento di dedizione per decorazioni natalizie o le bomboniere
di battesimi e comunioni dei nipoti (foto web)
Se non abbiamo hobby, creiamone di nuovi.
Possiamo viaggiare, cucinare, leggere, frequentare corsi di quel ballo che
sempre avremmo voluto imparare e abbiamo rimandato. Possiamo adottare un caldo
amico pelosetto di cui prenderci cura, coltivare un orto sul balcone, giocare a
carte, a dama, a scacchi, a domino, e se non li amiamo, impariamo il mahjong. A
golf, a bocce, o a lavorare a maglia e uncinetto. Cerchiamo di parlare con le
persone in modo educato. Evitiamo la lamentela che attira la sfortuna. Cerchiamo
di trasformare ciò che non ci piace di noi stessi (la testardaggine può
diventare determinazione, l’eccesso di controllo sugli altri può diventare
volontariato ospedaliero), oppure impariamo da san Francesco ad accettare ciò
che non ci è in potere di trasformare. Abbiamo già appreso che sofferenza,
inconvenienti e scomodità sono direttamente proporzionali all’età. Cerchiamo
allora di non ristare su quelle afflizioni, ma accettiamole come parte della
vita. Non appesantiamoci di sentimenti negativi, sono tristi e distruggono noi
stessi e gli altri, senza utilità. Lasciamo andare l’atteggiamento di aver
sempre ragione. “Serbare rancore è come mangiare veleno” disse il saggio, perciò
liberiamoci delle cose tossiche interiori e perdoniamo o, perlomeno, accogliamo,
cercando di indossare le scarpe degli altri. Andiamo avanti con le nostre vite.
Ridiamo più possibile. Andiamo fisicamente a spettacoli comici o di cabaret. E
non possiamo farlo col corpo, guardiamoli in TV o sui Social. Ricordiamo che ce
l'abbiamo fatta per avere una vita lunga. Tante persone, prima o dopo di noi,
non raggiungono questa età. Altre non vivono una vita piena come la nostra. Cari
amici (e non), gaudiamo in questa fase dell’esistenza. Siamo felici.
(seguente)
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